mercoledì 26 gennaio 2011

Giordania



Dato che ho parlato della Siria, mi è sembrato doveroso fornire anche il resoconto di un mio  viaggio in Giordania.
Sono due paesi  per certi versi simili, ma anche molto diversi. Bellissimi entrambi, ricchi di storia, cultura, tesori d’arte inestimabili e memorie del tempo antico. Però la Giordania è un paese più moderno, più abituato alla presenza dei turisti , la fama di cui gode all’estero è meno  “sospetta” rispetto alla Siria e l’approccio con gli occidentali più consueto e consolidato dal tempo. Naturalmente questo riguarda le grandi città e le zone  archeologiche  più importanti, ma insomma la Giordania è molto più visitata da turisti di tutte le nazioni e da molto più tempo.
La capitale, Amman, è una vera metropoli  costruita inizialmente su sette colline, ora  diventate 19. E’ piena di palazzi moderni, quartieri residenziali, alberghi di lusso e grandi arterie piene di traffico. La città vecchia è piena di negozietti, non è un vero e proprio suq, ma è comunque possibile fare acquisti mercanteggiando sul prezzo.

La parte più rilevante della Amman antica è la cittadella ,che ha sede sul colle Jebel Qala’at. Ci sono le rovine di un tempio e di un castello, ma il monumento più pregevole è il grande teatro che poteva contenere 6000 spettatori. Complessivamente  per il mio gusto , Amman non è un granché.
Nei dintorni della capitale ci sono i cosiddetti “ castelli del deserto” dai nomi impronunciabili. Furono costruiti dai califfi Omayadi, qualcuno dai Mamelucchi, qualcun altro è un fortilizio romano. L’aspetto che li caratterizza è quello di una fortezza, sebbene l’interno sia spesso ricco di sale pregevoli con decorazioni a stucco, a mosaico e talvolta vi sia  contenuto anche un caravanserraglio. Il modo migliore per visitarli è con un fuoristrada.
50 Km a nord di Amman si trova Jerash, definita come la Pompei della Giordania per il suo stato di perfetta conservazione. E’ una delle città romane che si sono mantenute meglio in assoluto, forse perché è rimasta per secoli sotto la sabbia e il lavoro di restauro e ristrutturazione non ha intaccato la sua grande bellezza. E’ stata abitata fin dal Neolitico, ma conobbe il suo massimo splendore nel periodo ellenistico e romano, per poi decadere nuovamente. E’ molto grande e merita un giorno intero di visita; ha tutto, strade lastricate, templi grandissimi, terme, fori, antiche mura.
Si inizia in genere dall’ingresso meridionale dove si trova l’arco di Adriano e i resti dell’ippodromo, si prosegue con la strada colonnata, ossia con l’antico cardo che abbiamo visto essere la via  che collegava il nord col sud. La strada perfettamente pavimentata è delineata da colonne con bei capitelli corinzi; proseguendo sul cardo si trova il ninfeo, fontana pubblica riccamente scolpita e ornata da statue di ninfe; da qui si sale al maestoso tempio di Artemide del II° secolo dopo Cristo. Proseguendo ancora troviamo,  tra le altre cose , il grande teatro, capace di 5000 persone e dotato di un’acustica favolosa, come del resto tutti teatri dell’antichità. Nell’area di Jerash , risalenti al periodo bizantino, sono state trovate numerose chiese cristiane.
La strada che da Amman va verso sud è uno degli itinerari più classici  e attraversa molte antiche città, giungendo infine ad Aqaba, unico sbocco  della Giordania sul Mar Rosso.
Aqaba è una città moderna, piena di industrie situate anche sulle coste e complessivamente piuttosto brutta che vi sconsiglio; c’è la barriera corallina, ma conviene andarsela a vedere da un’altra parte.
Tra le antiche città cui accennavo c’è Madaba, riscoperta nell’800  e famosa per i suoi bellissimi mosaici, il più importante dei quali, opera mirabile situata nella chiesa di s. Giorgio, è un mosaico bizantino che rappresenta la mappa della Palestina.
A ovest di Madaba si trova il Monte Nebo con il monumento dedicato a Mosè che, secondo la Bibbia nel libro del deuteronomio, qui  ebbe da Dio la visione della terra promessa, “di latte e di miele” e qui fu sepolto, ma il sito resta sconosciuto.E’ un luogo sacro a cristiani, ebrei e musulmani. La chiesa primitiva del IV secolo, fu sostituita da una basilica con battistero nel VI secolo. Ora c’è un grande complesso che ingloba gli edifici precedenti , molti decorati con splendidi mosaici. Il monte Nebo è una cresta montuosa alta circa 800 metri, dalla cui sommità è possibile godere un panorama unico sul Mar Morto e sulla valle del Giordano.
Scendendo lungo la valle del Giordano si arriva al Mar Morto, la più grande depressione della crosta terrestre, 408 metri sotto il livello del mare, uno specchio d’acqua con un tasso di salinità così alto che non vi cresce alcuna forma di vita. Divertentissimo fare il bagno perché si galleggia come vesciche piene d’aria e l’acqua ti spinge verso l’alto impedendoti di nuotare. Impossibile affogare.
Continuando verso sud troviamo il deserto del Wadi Rum, il più grande della Giordania, reso leggendario dal film “Lawrence d’Arabia” che qui venne girato. E’ uno degli ambienti desertici più suggestivi e belli del mondo; offre distese di sabbia rossastra che assume sfumature rosse, bianche e rosate, dune gigantesche che si innalzano all’improvviso, canyon, montagne con vette alte ed erose dal tempo, ricche di incisioni rupestri. Contiene molte sorgenti d’acqua e questo crea una  delicata vegetazione di acacie e altre piante dall’aspetto piumato. E’ ancora abitato da tribù beduine con le loro tende, anche se molti di loro hanno preferito trasferirsi in casette e abbandonare la vita nomade.
Bere il tè alla menta sotto una tenda nomade, ospiti di una famiglia è un’esperienza davvero piacevole, perché la gentilezza e il rispetto che ti dimostrano , ti fa sentire speciale.
Il modo migliore per percorrere il deserto è con un fuoristrada e se possibile, cercate di passarvi  una notte  , perché è un’esperienza indimenticabile.Noi abbiamo dormito sotto una grande tenda dove erano allineati materassini. Il deserto è bellissimo, ma lo diventa ancora di più di notte, quando è bello aggirarsi  da soli intorno all’accampamento, con l’aria divenuta fresca e la sabbia morbida come un tappeto di velluto e un cielo stellato così incredibile che ti sembra di toccare la Via Lattea. Io amo il deserto perché mi da un senso di sacralità, la sensazione di far parte di un tutto; chi ci crede si sente più vicino a Dio.
250 Km a sud di Amman, troviamo la meraviglia della Giordania: Petra. L’ingresso più caratteristico è quello orientale, attraverso uno stretto passaggio nella roccia, chiamato Sik;  alla fine di questa lunga e stretta gola appare lei: la bella tra le belle, la maestosa tra le maestose, la regale tra le regali. Un sogno, una magia, un desiderio accarezzato da una vita: avevo pochi anni quando vidi per la prima volta alla TV un servizio  su Petra, la città dei Nabatei e promisi a me stessa che un giorno l’avrei visitata. E finalmente accade: è lì di fronte a me. Sono paralizzata dall’emozione, ho i brividi, non ho mai visto niente di più bello. Passato il turbinio iniziale , cominciamo a contemplare religiosamente il primo meraviglioso monumento che si staglia davanti ai nostri occhi: “ il tesoro del faraone”, la cui facciata è incisa nella roccia e poi via via gli altri. Abbiamo dedicato a Petra 3 giorni e questo ci ha permesso di ammirarla in lungo e in largo; la cosa meravigliosa non è solo l’architettura, ma anche il tipo di pietra locale usata per la costruzione, una pietra con 3 strati di colore sovrapposti, che conferisce al luogo una tonalità indimenticabile dai colori cangianti.
Non mi metterò a descrivere Petra, mi mancherebbero le parole e poi potete prendere una qualsiasi guida e guardare quello che c’è. Posso dire che in assoluto Petra è la cosa più bella che ho visto nella mia vita  e un po’ di mondo credo di averlo visto.
Consiglio ai viaggiatori, categoria assai diversa dai turisti, di non visitare Petra in un giorno, ma di dedicarle il tempo necessario, perché questa città va centellinata, va percorsa con calma, va vista all’alba e al tramonto. Cercate anche di evitare il tour della Giordania in una settimana, perché fareste una grande indigestione senza avere il tempo di assaporare  tanta bellezza e farla poi sedimentare in modo che resti per sempre dentro di voi e possa dare vita a ricordi indelebili, come il mio che risale a 10 anni fa, ma è sempre vivido.

Rahima

( Tratto da: Living on Air Magazine )

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