domenica 5 dicembre 2010

Marettimo

Tutti abbiamo sognato di partire per una vacanza indimenticabile su un’isola deserta, incontaminata, lontani dallo stress e da tutti quei problemi che ci rendono difficile la vita quotidiana e subito dopo, abbiamo pensato a qualche località dall’altra parte del mondo, magari a sud dell’equatore o chissà dove.
E invece no, questo pensiero è molto più vicino di quanto si pensi (solo che non ci si pensa!)
A sud di Trapani esiste l’arcipelago delle Egadi,  Favignana, Levanzo e Marettimo. Sono isole vicine e facili da raggiungere, ma, allo stesso tempo, lontane e ricche di un’atmosfera che ti fa sentire fuori dal mondo. Sono tutte fascinose, ognuna in modo diverso, e tutte caratterizzate da particolari che le rendono uniche.
La mia preferita è Marettimo. E’ la più lontana delle Egadi, selvaggia, montuosa e verdissima. Panorami che ricordano le Dolomiti vanno a braccetto con un mare simile a quello dei Caraibi.

A differenza di altre isole, possiede delle sorgenti di acqua dolce che danno vita ad una vegetazione lussureggiante. Marettimo è di una bellezza che ti prende il cuore, una delle isole più belle che abbia mai visto.
Non è per tutti. La sconsiglio vivamente a turisti modaioli, amanti della vita mondana, dei locali notturni e dello shopping. Qui non c’è niente di tutto questo, ma solo un distillato di bellezza allo stato puro. E’ adatta a chi vuole vivere a contatto con la natura, che qui si esibisce in mille interpretazioni.  Il mare è di un turchese da sembrare finto, le spiagge, poche, sono di ciottoli candidi; c’è un grandissimo numero di grotte dove la luce crea una fantasmagoria di colori e che possono essere visitate facendo il giro dell’isola con barche affittate dai pescatori.
C’è anche una Marettimo montana, con una vegetazione ricca di conifere, molte specie vegetali ed animali che ne hanno fatto un parco naturale ben curato e mantenuto dalla Guardia Forestale.
Appena si arriva, si viene da un rumore innaturale, la pressoché totale assenza di macchine. Gli abitanti, poche centinaia, sono tutti concentrati nel paesino omonimo; c’è un’unica strada asfaltata, lunga poco più di un Km, che collega l’isola da un capo all’altro. Nel paesino ci sono pochi negozietti ed una minuscola piazzetta su cui si affacciano due bar con i tavolini fuori. Gli hotel sono pochissimi, ma è possibile alloggiare nelle case dei pescatori che, in buona parte, si sono riciclati come albergatori e, rivelando una buona mentalità imprenditoriale, integrano i proventi della pesca con quelli del turismo.
Il primo giorno che mi sono trovata lì, al mattino, ho avuto la sensazione di essere in un paesino di montagna. Nella piazzetta, infatti, c’era un nutrito numero di escursionisti amanti del trekking, con tanto di bastone e scarponcini alti. Marettimo, con i suoi sentieri scoscesi ed alcuni percorsi di un certo impegno, si offre anche a chi ama il trekking; la vegetazione montana si armonizza con la macchia mediterranea.
Ci sono escursioni bellissime da fare rigorosamente a piedi, come il faro di Punta Libeccio, dove si può nuotare in un mare bellissimo, e la salita al monte Falcone. Quest’ultimo itinerario passa per le “Case Romane”, un gruppo di resti romani con una chiesetta, ed arriva oltre i 600 metri, con un sentiero abbastanza impegnativo ed un panorama che, inutile dirlo, ripaga da ogni fatica.
La passeggiata più suggestiva parte dal paesino ed arriva a Punta Troia, un promontorio su cui troneggia un castello costruito dagli spagnoli, ora in rovina. Il sentiero, che si snoda fra un tripudio di macchia mediterranea e panorami a strapiombo sul mare, porta ad un istmo che unisce il promontorio all’isola. Da qui s’inerpica uno stretto sentiero che porta al castello e sulla cima spazzata dai venti. Ho provato un senso di trionfo e di vitalità indescrivibile.
In aggiunta a tutto questo, il cibo è indimenticabile. Ci sono pochi ristoranti e ovunque si mangia bene, ma ne ricordo uno con particolare simpatia. Bar di giorno, con produzione di cassate e cannoli da far resuscitare i morti, e ristorante la sera. Il proprietario, gourmet di rara perizia, prepara dei piatti superbi. Se gli siamo simpatici, e per questo basta essere amanti della buona cucina, prepara anche frascatole, piatto povero ma gustoso, ormai introvabile, che i contadini preparavano con gli avanzi della semola, una versione povera del cous cous. Non bisogna, però, pensare di scegliere. Il menu lo decide lui in base al pescato, e le sue mani esperte ogni sera riescono a sorprenderti.
Marettimo è uno dei paradisi incontaminati che ancora ci restano e che dovremo custodire con la stessa cura che si ha per uno scrigno di gemme. Meglio visitarla di maggio o di giugno, quando il clima è mite, i turisti si contano sulle dita di una mano e la fioritura delle piante è nel suo pieno splendore. Questo mix di colori, profumi, sensazioni, questa “full immersion” nella bellezza, resta impressa in modo indelebile.


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